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Giornata del Salesiano Cooperatore
Il 21 Maggio a Torre Annunziata circa 70 Salesiani/e Cooperatori/rici della Provincia Campania-Basilicata, con una presenza significativa di giovani e aspiranti cooperatori, hanno vissuto la “Giornata del Salesiano Cooperatore”.
E’ stata una domenica di formazione e di confronto guidata dall’intervento di Don Stefano Pastorino, Delegato della Regione Italia e Medio Oriente, sul tema "L'oggi del criterio oratoriano - dal saper essere al saper fare". Diversi gli spunti ricevuti tra i quali la certezza che, come dice anche Papa Francesco, il carisma salesiano è quanto mai attuale. Il mondo e i ragazzi stessi chiedono un modo nuovo di pensare la nostra azione educativa; non è difficile, Don Bosco seppe essere un protagonista appassionato e creativo, capace di ascoltare i giovani, ne comprendeva le esigenze e vi sapeva rispondere in modo innovativo.
Oggi più che mai, il “Criterio oratoriano” ci ricorda che ogni casa salesiana, ogni centro, ogni salesiano cooperatore deve essere Casa, Parrocchia, Scuola e Cortile: questa è la risposta salesiana alle nuove povertà che ci circondano. C’è bisogno di una Casa che accoglie laddove non c’è il calore di una famiglia; una Scuola che avvia alla vita, capace di formare uomini e donne in grado di vivere il tempo presente; un Cortile per incontrarsi tra amici e vivere in allegria in cui si privilegia l’ascolto attivo, uno spazio che può e deve intercettare i nuovi modi di vivere la socialità e , se necessario, reinventarsi per essere cortile gioioso, piuttosto che silenzioso e vuoto; una Parrocchia, Chiesa che evangelizza, che sappia ripartire dalle basi, in grado di trasmettere ai ragazzi la “grammatica” non solo della Fede ma anche delle relazioni. Oggi che Wikipedia e Google forniscono una risposta a tutti i nostri interrogativi, i giovani hanno bisogno di risposte a domande più profonde che riguardano il senso, il significato e la direzione della propria vita, per non essere come “viandanti” senza guida.
Dall’intervento di Don Pastorino è emerso, infatti, che la “malattia” che più colpisce i giovani è l’assenza di desiderio. Stretti tra l’assecondare gli altri e un eccesso di esperienze fugaci, in un mondo del lavoro che offre contratti “mordi e fuggi” che non permettono di sognare un futuro, non si è più capaci di ascoltare e seguire le proprie passioni, scoprire la propria vocazione. In questo vuoto possiamo e dobbiamo inserirci in quanto educatori.
Come Salesiani Cooperatori cosa possiamo fare? Disporci a fare il primo passo, accogliere i giovani e avere fiducia in loro, abbattere quei muri che non ci permettono di instaurare relazioni costruttive, dare loro delle risposte, suggerisce Don Stefano, ma soprattutto, aiutarli a essere prima che un ruolo, uomini e donne felici, solo allora avremmo davvero compiuto il nostro essere educatori.
A seguire il momento formativo, sono stati molto interessanti gli esiti dei laboratori di Creatività pastorale che hanno coinvolto i Cooperatori convenuti durante la seconda parte della giornata. È emerso, infatti, grazie alla scelta di affidare un laboratorio ai soli giovani Cooperatori, quanto il “mondo adulto” sia ancora troppo distante e impegnato ad analizzare le nuove generazioni piuttosto che a fornire risposte; risposte che i giovani stessi ammettono di non avere ma di cercare. Ecco allora che il passaggio dal “saper essere” al “saper fare” può avvenire grazie all’incontro e a proposte che siano di orientamento, di accompagnamento alle nuove tappe della vita e percorsi di fede capaci di nutrire pienamente.
La giornata di domenica ha dato nuovo entusiasmo all’Associazione e al Consiglio Provinciale, non solo grazie all’intervento di Don Stefano ma anche grazie alla presenza dei diversi Centri locali. Il modo in cui giovani e adulti hanno lavorato sulle nuove sfide che ci attendono ci fa dire che la scelta di essere Salesiani Cooperatori, dopo quasi 150 anni dalla fondazione dell’Associazione, ha ancora senso.
Stefania Calore, Salesiana Cooperatrice