Congresso regionale ASSCC

lunedì 20 ottobre 2025
Congresso regionale ASSCC

All’Istituto salesiano "dell’Immacolata" di Firenze si è svolto il Congresso formativo regionale dell’Associazione Salesiani Cooperatori dell’Italia, Medio Oriente e Malta. Anche il Gruppo della Famiglia Salesiana della nostra Ispettoria (IMER) ha preso parte con una delegazione di 13 componenti, provenienti dalle tre province salesiane del sud.

Il Convegno, dal titolo “Sai fischiare”, ha focalizzato l’attenzione sull’arte educativo-spirituale di un salesiano, e perciò anche dei Cooperatori, attraverso tematiche di pedagogia pastorale, ravvivando le motivazioni vocazionali dell’Associazione, dandosi linee di ri-significazione associativa. È stata un esperienza formativa molto significativa per vita fraterna, senso di appartenenza, clima di fede, coinvolgimento laboratoriale  e  responsabilità ecclesiale e salesiana. Particolarmente rilevanti sono stati gli interventi del Coordinatore mondiale, Antonio Boccia, sull’umanesimo salesiano di san Francesco di Sales e di due Cooperatori, Marco Moschini, prof universitario e Marta Rossi, Responsabile laica dell’Oratorio di Genzano, circa il loro vissuto apostolico.

Il momento più forte del Convegno è stato sicuramente quando ha preso parola il Rettor Maggiore, don Fabio Attard, con un suo focus sulla vocazione associativa dei Salesiani Cooperatori oggi nella Famiglia Salesiana; del quale riportiamo di seguito una sintesi.

Don Fabio Attard, apre l’intervento sottolineando l’importanza di leggere ogni esperienza di fede e di carisma nel proprio contesto storico, poiché Dio si rivela nella storia e dialoga con essa. L’azione dello Spirito è sempre viva, fresca e dinamica, e richiede un ascolto costante per non restare imprigionati nel passato. Viene richiamato l’invito di Papa Francesco a riconoscere che oggi non viviamo un semplice "cambiamento di epoca", ma una vera e propria “epoca di cambiamento”, con nuove sfide da accogliere come opportunità. Don Fabio invita a discernere come vivere il carisma salesiano in una società e con giovani profondamente diversi da quelli del passato, senza giudizi nostalgici ma con apertura e creatività. Infine, collega il cammino salesiano a quello della Chiesa sinodale, ricordando come Don Bosco, fin dall’inizio, abbia vissuto in comunione con la Chiesa e dentro il proprio contesto storico, inaugurando un nuovo modo comunitario e innovativo di evangelizzare ed educare.
Don Fabio continua evidenziando la forza profetica delle scelte di Don Bosco, che seppe creare fin dall’inizio un vasto movimento di comunione e corresponsabilità orientato alla salvezza dei giovani. Lo spirito di famiglia emerge come elemento fondamentale e sempre attuale del carisma salesiano: un ambiente accogliente e relazionale capace di generare fede, in particolare tra i giovani in cerca di legami autentici. Viene ribadita l’importanza del protagonismo dei laici, chiamati non come semplici collaboratori ma come corresponsabili della missione. Don Bosco è presentato come un uomo dalla visione universale, capace di guardare oltre i confini locali e di pensare la Chiesa in chiave cattolica e mondiale. Infine, don Fabio invita a leggere e vivere l’identità salesiana alla luce del contesto attuale e delle sfide comuni della Chiesa, come delineato anche negli articoli del Progetto di Vita Apostolica.
Egli riflette sulla sfida dell’identità salesiana e consacrata in un mondo globalizzato, osservando che i giovani di tutto il pianeta condividono ormai un linguaggio e una mentalità comune grazie al mondo virtuale. Sottolinea l’importanza di essere radicati in Cristo, perché senza una fede viva ogni progetto o struttura resta vuoto. Critica il rischio di diventare “vittime del proprio successo” e invita a riscoprire la spiritualità autentica di Don Bosco, fondata sull’unione con Dio.
Ribadisce che l’identità cristiana deve restare il centro della missione apostolica, specialmente nell’impegno verso i giovani e nella testimonianza di fede nella società. Propone poi alcune sfide: mettere al centro la Parola e l’Eucaristia, coltivare la mistica come profondità interiore in un mondo superficiale, e rispondere alla crisi di senso dei giovani. Infine, invita a conoscere davvero Don Bosco – non solo amarlo – per affrontare le sfide moderne, e a compiere scelte pastorali basate sull’ascolto del territorio, con discernimento e spirito sinodale.
Il Rettor Maggiore poi conclude il suo intervento invitando a vivere i processi pastorali in modo sinodale, prendendo decisioni insieme e ascoltando tutti. Richiama poi le parole di Don Vecchi, che descrive Valdocco come una comunità viva e originale, radicata nella fede e nella carità pastorale, modello di un nuovo modo di vivere e educare.

Piero Pulieri, Salesiano Cooperatore