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Educare i giovani, oggi: un gioco di squadra!
Con questa immagine calcistica, molto vicina al mondo dei giovani, e non solo a quello, intendo presentare l’ultima indagine realizzata sulla condizione giovanile del territorio di Santeramo e magistralmente curata dalla conosciuta e stimata dott. Marianna Pacucci e dalla giovanissima sociologa Alessandra Mastrodonato.
Come educatori e come salesiani, non possiamo non portare giusta attenzione a questo delicato ed arduo compito dell’educazione dei giovani.
Il compito educativo, che non può essere delegato, ne siamo consci, riguarda tutti: la famiglia, la scuola, la parrocchia, le associazioni, gli enti locali.
Sarebbe auspicabile, come afferma la curatrice della ricerca, che tutte le agenzie che hanno a che fare per i processi formativi dei giovani “facciano squadra” per l’aiuto reciproco e il bene di tutti, senza mai escludere da questo “circolo vitale” i primi interessati, i giovani stessi.
Credo che sia questo un elemento essenziale e un grandissimo valore pedagogico da tener sempre come educatori: la necessità dell’integrazione nell’educazione, del coinvolgimento cioè delle tante fonti di educazione fuse tutte e integrate, perciò, fra loro nell’unico scopo di realizzare l’unità della personalità del giovane. Don Bosco raccomanderebbe che i giovani siano essi stessi coinvolti in questa poderosa e decisiva opera: siano gli stessi giovani ad aiutare ad educare e ad educarsi!
Per questo, come Comunità Educativa abbiamo ritenuto importante e fondamentale condurre una nuova indagine sulla condizione giovanile sul territorio di Santeramo per conoscerne meglio la situazione attuale, studiarne i processi e consentire che l’intervento educativo sia il più efficace possibile per la crescita della persona.
Ormai è nelle nostre mani uno strumento utile per l’educazione dei nostri giovani.
Voglio mettere in evidenza una peculiarità, a mio parere molto significativa, che ha contraddistinto questa ricerca. la metodologia utilizzata!
Essa ha coinvolto tre gruppi distinti di soggetti: i giovani pre-adolescenti che frequentano le scuole medie, i giovani adolescenti delle scuole superiori e, infine, un campione abbastanza significativo di genitori.
Un’altra caratteristica, non meno importante, è data dal fatto che questa ricerca ha trovato consensi negli amministratori locali, nelle scuole, nelle parrocchie e associazioni, negli stessi genitori, perché consapevoli del fatto che uno studio del genere può rispondere e contribuire a ridisegnare un servizio sempre più rispondente alle attese dei giovani ed offrire strumenti e conoscenze per intervenire più positivamente a far crescere il nostro territorio.
Concludo con il mio auspicio e un vivo ringraziamento.
Che questo lavoro svolto in “equipe” coinvolgendo quanti vivono con i giovani, sia di sprone a prendere sempre più coscienza che per educare bisogna essere in tanti e bisogna fare un “gioco di squadra”, così come più volte invita la carissima Marianna Pacucci.
Ed un grazie particolare al gruppo giovani del Centro Giovanile e agli Ex-allievi che hanno con passione seguito l’iniziativa, e a tutti coloro che in diverse maniere hanno sostenuto questa ricerca.
Don Bosco ci guidi sempre e ci benedica!
d. Giovanni Monaco