"LA MIA POLITICA È QUELLA DEL PADRE NOSTRO"

lunedì 18 febbraio 2013
"LA MIA POLITICA È QUELLA DEL PADRE NOSTRO"

don Francesco Preite

Responsabile Oratorio Centro Giovanile Redentore Salesiani Bari

Project Leader "Finis Terrae" 

 

"La mia politica è quella del Padre Nostro". Lo disse don Bosco a chi lo voleva coinvolgere in una scelta di partito. Può suonare come un non volersi mescolare nel confronto che ha luogo nella società. Tutt'altro: è un'affermazione proprio in senso contrario!

Certo parlare di politica non è mai stato semplice. Oggi, dire politica evoca tangenti, rimborsi assurdi, corruzione... La politica ha più il volto del potere logoro e logorante che del bene costruttivo ed edificante. In questa inversione machiavellica, nella quale il fine (la partecipazione e la costruzione del bene comune) è diventato il mezzo (esercizio del potere), c'è tutto il paradosso della politica: un volto deturpato dalla corsa al potere, invece di un volto bello per la voglia di costruire il bene comune.

Ma il bene comune, interessa tutti! Interessa tutti perché Dio, facendosi storia nel Natale, ci ha fatti "sociali". L'amore verso Dio trova la sua concretizzazione nell'amore verso il prossimo, e viceversa.  Evidenziare un solo aspetto è come slegare gli assi della Croce con il rischio di un spiritualismo evanescente o di un materialismo deprimente. Nella circolarità che esiste tra la fede e l'amore è possibile verificare l'autentico rapporto che lega con Dio.

In questo senso la politica del Padre Nostro, è la partecipazione e la costruzione del bene comune. Significa impegnarsi per una società migliore, cercando la partecipazione di tutti. L'inclusione sociale avviene, prima di tutto, riconoscendo ed includendo gli attori sociali che realmente si impegnano nelle politiche del welfare State o del welfare society, senza lasciarsi indurre nelle diverse tentazioni che il potere comporta.

Sia ben chiaro, fare una scelta partitica, non è male! Appartiene al nostro mondo di vivere in un tempo e in una società. Ma non si può fare una scelta partitica o essere uomo politico a tal punto da sacrificare il bene della gente, la verità e il diritto.

Don Bosco, fuori da ogni attivismo ideologico, ha partecipato alla politica. Ha lavorato per il bene della società educando i giovani ad essere onesti cittadini che lievitassero il corpo sociale. Per questo si faceva insistentemente presente presso gli uomini di governo mettendo a prova la sua e la loro pazienza. Non era un uomo di partito ma un uomo della società che senza tradire il suo essere prete ha promosso una politica a favore dei giovani. Un tempo, quello di don Bosco, non semplice, diremo in crisi: la Chiesa era sott'attacco, povertà e miseria erano in contrasto con la borghesia industriale e le grandi innovazioni, i giovani erano i grandi esclusi, precari di manovalanza sottopagata ed a nero.... Tempi non troppo lontani dai nostri con una disoccupazione giovanile al 37%, con lo spread sociale in aumento, con la sperequazione crescente tra ricchi e poveri.  

on Bosco ancora oggi può parlare e tu potresti essere la sua voce e la sua azione!

 

 

 

 

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