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“Sì SA”, il primo passo è l'ascolto
Al teatro Ghirelli di Salerno, venerdi 16 febbraio alle ore 19, si è tenuto il secondo incontro del progetto “Sì SA” promosso dall'opera Salesiana di Salerno, per portare all'attenzione della politica, dei cittadini e del territorio le esigenze dei giovani salernitani. La parola chiave è stata “ascolto”, delle diverse realtà cittadine e del quartiere “Carmine”, che da 70 anni ospita i Salesiani; approfondendo iniziative e analizzando problematiche per dare il via a una politica giovanile attiva, positiva e coinvolgente.
Un’ampia tavola rotonda ha scandito la scaletta della serata, che ha visto la partecipazione di Paola De Roberto, Assessore alle Politiche giovanili e sociali; Paolo Schetter, delegato dell’associazione MOBY DICK; Claudio Naddeo, presidente provinciale ANP Salerno e rettore del Convitto “Tasso”; don Vincenzo Serpe, incaricato diocesano della Pastorale Universitaria; e don Savino Pecoraro, incaricato dell’Oratorio di Salerno.
Ad avviare la serata don Pasquale Cristiani, direttore dei Salesiani della città, che alla comunità cittadina convenuta ha presentato il progetto “Sì SA”, sottolineando la mission focalizzata sui giovani, i loro sogni e le loro aspettative.
A seguire, l’assessore De Roberto alla domanda “Quali sono le risorse, i progetti in atto per i giovani del nostro territorio?” ha comunicato l’avvio di ben 6 HUB socio-culturali urbani, per contrastare la dispersione scolastica, il disagio giovanile e per favorire nuove opportunità di ascolto e di dialogo con le nuove generazioni.
Paolo Schetter, ha offerto al tavolo una visione ampia dei bisogni giovanili più europea. Da uno studio europeo sono emerse necessità di maggiori scambi culturali Erasmus, migliori percorsi di digitalizzazione a livello scolastico e associativo, l’attenzione alla salute mentale, affiancamento nei luoghi di maggiore frequentazione e svago. «È fondamentale offrire servizi di qualità – afferma Schetter - che sappiano esprimere le esigenze dei giovani, oggi poco ascoltati e poco motivati al protagonismo».
Il presidente Naddeo, ha ribadito quanto è importante il ruolo della famiglia, come primo nucleo di educazione e formazione dei ragazzi, supportata dal contributo della scuola e delle associazioni del Terzo settore. E di quanto sia necessario affrontare il tema dell’accompagnamento psicologico nelle scuole, non solo durante periodi delicati, come lo è stato il post-Pandemia. «Bisogna dare ai giovani strumenti, possibilità e luoghi giusti dove trovare risposte alle mille domande che li assillano, prima che loro trovino “strade” sbagliate e poco sicure. È la scuola uno degli ambienti privilegiati dove devono sentirsi accolti, ascoltati e capiti» ha aggiunto lo stesso Naddeo.
Don Vincenzo Serpe, che da tempo nella cappella dell’università di Salerno propone incontri di dialogo e di ascolto, condivide la sua esperienza con i giovani che varcano la soglia degli Atenei: «Questa è una delle fasce d’età che trova più smarrimento, non solo nelle scelte per il futuro ma anche con la Fede. Molti universitari si sentono disorientati e soli. Purtroppo negli Atenei mancano percorsi di affiancamento, accademici e personali». Per questo suggerisce bisogno, don Vincenzo l’idea di realizzare un’aula studio in città, per studiare, aggregarsi, scambiare idee, pensieri e passioni.
Infine, don Savino Pecoraro, ha raccontato il lavoro di ascolto che i salesiani stanno svolgendo con il progetto “Sì SA” attraverso la somministrazione di un questionario di valutazione utile a interpretare i reali bisogni, quantitativi e qualitativi, del quartiere. I risultati sono stati presentati in sala dall’architetto Valentina Russo e la psicologa Marianna Celenta, le quali hanno elaborato e seguito tutto il processo scientifico. Da quanto emerso, il quartiere Carmine chiede la creazione di nuove opportunità per i giovani, lavorative, di formazione e di accoglienza, ambienti che stimolino in loro la condivisione. Diverse domande scaturite dal pubblico presente in platea, hanno aperto un interessante dibattito cittadino a più voci.
Ultimo importante momento è stato l’intervista a Gianfranco Fiore, magistrato del Tribunale minorile di Salerno. Le sue parole hanno suscitato interesse e stupore per le statistiche che ha riportato sulla criminalità minorile salernitana. «C’è da sottolineare - riporta il Magistrato - che lì dove è presente un oratorio c’è poca delinquenza». Fa comprendere l’importanza degli ambienti educativi, capaci di realizzare situazioni di aggregazione e di migliore gestione delle emozioni. Ma bisogna dare particolarmente cura ai ragazzi in contesti disagiati, educare i genitori nell’affrontare le difficoltà dei figli prima che commettano reati, formare all’uso consapevole e controllato del cellulare e di Internet.
Guarda il video sintesi dell'evento.
Roberta Vaccaro