Il Rettor Maggiore inaugura Casa Gio

lunedì 19 luglio 2021
Il Rettor Maggiore inaugura Casa Gio

Presso l’opera salesiana “Sacro Cuore di Gesù” di Foggia (FG) sabato 17 luglio l’Ispettoria Salesiana Meridionale (IME) ha inaugurato “Casa Gio”, la nuova comunità alloggio per minori, in presenza e con la benedizione del Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime; accompagnato da tre Consiglieri generali, tra cui il Consigliere per la Regione Mediterranea don Juan Carlos Pérez Godoy. 

Il Rettor Maggiore già nel 2018 è stato a Foggia in occasione dei festeggiamenti del cinquantesimo anno della presenza salesiana. Ad accoglierlo stavolta, giunto in mattinata, è stata una delegazione della CEP che insieme a don Angelo Santorsola, Superiore della IME, e don Gino Cella, il direttore della casa salesiana, hanno guidato don Artime nel rione Candelaro alla scoperta della realtà urbana e sociale in cui si inserirà la comunità alloggio nonchè la rete di strutture che si adoperano per fronteggiare le emergenze educative delle giovani generazioni. Don Artime, in particolare, è stato accolto tra canti a don Bosco dai bambini della scuola dell’infanzia il “Sorriso del sole” e ha visitato un plesso scolastico in cui si svolgono i laboratori di orto didattico del progetto RiGenerAzioni - Capo fila l'Aps "Sacro Cuore" (progetto salesiano selezionata da Impresa Sociale “con I Bambini” nell'ambito del Fondo per il Contrasto della Povertà Educativa).

Nel pomeriggio circa 40 ragazzi e operatori sociali delle 7 case famiglia della IME presenti in Puglia e Campania, gestite dall’associazione “Piccoli passi grandi sogni aps”, hanno raggiunto l’opera di Foggia per conoscere “in carne ed ossa” il don Bosco di oggi. Nella zona giorno della nuova Comunità alloggio è avvenuto un incontro sincero, intenso, dai toni familiari come per un padre tra l’affetto dei suoi figli. A intermediare tra don Artime e i ragazzi dalle storie, lingue, provenienze diverse, e presentare le realtà gestite dall’associazione è stato il presidente don Antonio Carbone: «In ogni struttura sono accolti circa 8 minori dai trascorsi differenti. Dal 2007 ad oggi ci siamo presi cura di circa 500 minori affidati dai Servizi di Educativa Territoriale e dai Centri di Giustizia Minorile. Siamo contenti di inaugurare una nuova comunità anche se come salesiani vorremmo che ogni ragazzo potesse vivere il calore della propria famiglia nella sua casa di origine». Patrizia, in rappresentanza degli operatori sociali delle comunità che anche nel periodo più duro del lockdown hanno continuato ad essere al fianco di ogni minore affidato, sottolinea: «Quello che abbiamo ricevuto stiamo donando e quello che ci hanno insegnato i salesiani all’oratorio ne abbiamo fatto una vocazione, una professione». Don Artime conclude parlando al cuore dei ragazzi: «Non possiamo non immaginare le presenze salesiane nel mondo senza una Casa Pinardi come a Valdocco, per essere accanto a ragazzi che non hanno nessuno e alcune possibilità. Per ognuno di voi la situazione più difficile è passata, è ora di scrivere nella vostra vita una nuova pagina bella».

Casa Gio, come un ulteriore presidio di speranza e legalità per il quartiere Candelaro, è stata realizzata grazie a una fitta rete di benefattori (la Sede Centrale dei Salesiani in Roma, la Fondazione “Don Bosco nel mondo”, “Salesiani per il Sociale aps”, Regione Puglia) che hanno sostenuto le opere di ristrutturazione necessarie all’adeguamento funzionale di alcuni ambienti interni all'architettura salesiana per poter ospitare in maniera residenziale 10 adolescenti bisognosi di percorsi educativi mirati e stranieri non accompagnati.

A seguire la Comunità Educativa Pastorale ha vissuto prima la Celebrazione Eucaristica, nella chiesa adiacente l'oratorio e presieduta dal Rettor Maggiore , poi un momento di preghiera in oratorio con la benedizione ufficiale delle persone e delle “mura” della Comunità alloggio "Casa Gio". Don Santorsola, Superiore della IME, dichiara ai ragazzi delle case famiglia convenuti: «Per noi siete importanti e oggi la presenza del Rettor maggiore e dei Consiglieri generali ne è la dimostrazione concreta».

 

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