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Portare Fuoco nel Mondo

Si è concluso con l’incontro di sabato 22 e domenica 23 febbraio a Corigliano-Rossano il cammino annuale dei weekend Rise Up. Ancora una volta un centinaio di giovani del Movimento Giovanile Salesiano dell’Italia Meridionale hanno avuto l’occasione di fare luce sulla propria vita in chiave vocazionale e missionaria.
Come sempre la prima parte dell’esperienza è stata dedicata all’approfondimento di una dimensione specifica della violenza di genere: il tema dell’occupazione femminile ha visto grandi cambiamenti nell’ultimo secolo, ma permangono ancora numerosi fenomeni di disuguaglianza e disparità che si possono fronteggiare solo attraverso azioni politiche mirate e un rinnovamento radicale delle rappresentazioni mediatiche e delle percezioni sociali.
Nella suggestiva cornice del castello ducale di Corigliano abbiamo ascoltato la voce e le storie di donne che, proprio grazie al loro impegno nel lavoro e nella società, hanno saputo trasformare le difficoltà in forza e ispirazione. Maria Grazia Minisci (imprenditrice), Maria Salimbeni (avvocata, politica), Giulia Giordano (L’Arte Parte, associazione di promozione sociale che si occupa di arti creative e culturali) ci hanno raccontato, attraverso le loro esperienze, che un riscatto è possibile se si costruisce una rete sociale a partire dal proprio territorio, anche uno complesso come quello della Calabria; che il proprio impegno e il proprio servizio può essere elevato a un livello superiore, se è considerato come uno strumento per contribuire al Bene comune e per continuare l’opera della Creazione giorno dopo giorno; che un dolore personale trasformato in amore per il prossimo permette di assaporare ancora di più la felicità vera.
Al rientro nella casa salesiana, abbiamo giocato un po’ con lo spazio e con il tempo considerandoci nel nostro “qui e ora” e proiettandoci nel nostro “altrove e domani”: l’abbiamo fatto innanzitutto riscoprendo il sogno missionario di don Bosco, in occasione della ricorrenza della 150ª spedizione missionaria salesiana e in vista delle esperienze missionarie estive che alcuni di noi si preparano a vivere (“Cercate anime, ma non denari, né onori, né dignità”, Don Bosco); ma soprattutto vivendo un’adorazione eucaristica che è cominciata idealmente nelle realtà oratoriane da cui ciascuno di noi è partito e che ci ha portato a dialogare a tu per tu con il Signore su dove siamo chiamati a “mettere fuoco” nel mondo.
Non sono mancati, com’è ovvio, i momenti di gioco, spensieratezza e condivisione che ci hanno fatto respirare un clima di famiglia, nonostante alcuni di noi si conoscessero soltanto da poche settimane.
La mattinata di domenica è stata dedicata alla riflessione sul brano (tra l’altro squisitamente salesiano) dei Discepoli di Emmaus e al tempo di silenzio personale: ci siamo confrontati con i nostri affetti disordinati, con i nostri “buchi nelle tasche” (quelli che lasciano cadere via le esperienze che consumiamo una dopo l’altra), con la nostra capacità di donarci, “spezzarci come pane” e “bruciare” in maniera totale e pura nelle relazioni.
Abbiamo infine portato sull’altare della celebrazione eucaristica tutti i frutti e le domande che abbiamo accumulato in questo cammino di Rise Up: abbiamo stretto legami che si sono rivelati doni grandi e inaspettati, abbiamo cominciato a ricucire le ferite che ci portavamo dentro, abbiamo cercato di capire come e verso dove muovere i prossimi passi nella nostra vita. Proprio per questo, simbolicamente, ognuno di noi ha acceso uno dei fiammiferi ricevuti al termine dei singoli weekend: il bagaglio di formazione, testimonianze, incontri, esperienze di spiritualità e condivisioni che abbiamo costruito da ottobre a oggi ci permetterà di “portare fuoco”, di “accendere luce” nelle nostre scelte, nelle nostre relazioni e nel nostro servizio a chi ha più bisogno di noi.
Antonio Ruoti