L'inaugurazione della Comunità "16 Agosto" a Bari

martedì 20 ottobre 2015
L'inaugurazione della Comunità "16 Agosto" a Bari

l I primi ospiti arriveranno agli inizi di novembre, su segnalazione della Prefettura e della Caritas. Ma dentro è già tutto pronto: letti, divani, scrivanie, servizi igienici e soprattutto pareti e ambienti colorati per chi scappa da una vita in bianco e nero. Si chiama «16 Agosto» (non a caso la data di nascita di Don Bosco nell’anno del suo bicentenario) la casa d’accoglienza inaugurata nell’Oratorio Salesiano Redentore nel cuore del quartiere Libertà. Dieci posti letto più altri due d’emer - genza per spalancare le porte della comunità ai migranti, e non solo, come chiesto di recente da Papa F rancesco. A finanziare il progetto le tante donazioni dell’8 per mille, l’opera della Caritas ma anche un pizzico di passione e di impegno per dare un tetto ai minori rimasti soli, stranieri e italiani. «Perché non è importante solo la prima accoglienza, ma anche la seconda, e questo modello lo porterò all’attenzione del prossimo consiglio presbiteriale (con i rappresentanti pastorali della diocesi, ndr)» ha annunciato l’arcivescovo di Bari-Bitonto monsignor Francesco Cacucci a margine della cerimonia di inaugurazione e della grande festa della comunità organizzata per l’arrivo in città di don Angel Fernandez Artime, rettore maggiore dei Salesiani e decimo successore di Don Bosco. La nuova casa d’accoglienza è al secondo piano del centro salesiano, lì dove una volta i ragazzi frequentavano la scuola media. «Non ci sarà solo accoglienza ma anche un processo di integrazione per accompagnare i ragazzi verso la maggiore età e verso percorsi di formazione» spiega don Francesco Preite direttore dell’oratorio. Perché qui i ragazzi diventeranno le figure professionali del domani, come testimoniato da Golap il 19enne arrivato due anni fa dal Bangladesh e ora abilitato alla qualifica di operatore. È toccato proprio a lui dare il benvenuto nella comunità «16 Agosto» con una lunga lettera che racconta la sua triste storia. «Nelle sale dell’oratorio – annuncia don Preite – apriremo anche un centro socio-educativo diurno e in tal modo amplieremo i nostri servizi educativi rivolti al quartiere». [fra.petr.]

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