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Il Sinodo salesiano dei giovani
Prendete un bambino, dategli un sogno e cosa otterrete? Una rivoluzione che va avanti da 200 anni. Ovviamente stiamo parlando del sogno che Giovannino Bosco ha fatto all’età di nove anni e del quale abbiamo parlato durante l’anno pastorale 2023/2024. Un sogno che fa sognare giovani sparsi nel mondo e che ha permesso a 350 di essi, provenienti da più di 90 paesi di incontrarsi dall’11 al 16 agosto a Colle don Bosco - luogo dove tutto ha avuto origine - per il primo, storico Sinodo Salesiano dei giovani (Salesian Youth Synod).
E la nostra delegazione? Il nostro territorio ha inviato cinque giovani in rappresentanza degli ambienti SDB ed FMA: Dion e Izabela dall’Albania ed Antonella, Rosina ed io, Antonio, dalle tre regioni dell’Italia meridionale. Tappa iniziale di questo sinodo non poteva che essere Valdocco, dove ci siamo incontrati per toccare con mano qual è stata la forza dirompente di quel sogno: dal museo Casa don Bosco alle storie raccontateci dai novizi d’Europa, abbiamo visto i frutti del carisma salesiano. Ci siamo poi spostati definitivamente al Colle dove, prima di iniziare il vero lavoro sinodale, siamo stati guidati da alcuni salesiani alla scoperta del tempio dedicato a don Bosco in un clima di grande familiarità; mentre eravamo attenti ad ascoltare le descrizioni dei quadri della basilica ci siamo resi conto che tra di noi era presente un ascoltatore d’eccezione, il Rettor Maggiore.
Don Àngel ha vissuto i suoi ultimi giorni da decimo successore di don Bosco immerso in mezzo ai giovani, non ci ha lasciato mai, sempre pronto a scattare qualche selfie, inaugurare nuovi posti, come il prato del sogno affianco alla casetta dei Becchi, chiacchierare e fermarsi per chiedere un semplice “Com’è andato il viaggio?”. Insomma giorni in cui abbiamo respirato autentica aria salesiana. Ma venendo al dunque, questo incontro del SYM (Salesian Youth Moviment) ha preso il nome di Sinodo perché noi giovani partecipanti abbiamo lavorato in tavoli sinodali (fortunatamente divisi nelle cinque lingue della congregazione) sull’Instrumentum Laboris assemblato dalla pastorale giovanile mondiale dopo aver raccolto le risposte ad alcune domande inviate a tutte le ispettorie del mondo: qual è il tuo sogno? Qual è il vostro sogno per la Chiesa, la società e per il MGS?
Nei momenti assembleari abbiamo avuto l’opportunità di vedere quanto sia pieno di sfaccettature il SYM, ricco di realtà, idee e proposte diverse per ogni paese, ma tutte con al centro don Bosco e il Signore. E proprio alla ricchezza di diversità presenti tra questi 350 giovani si lega uno dei nostri momenti preferiti, la “Fiera MGS”, durante la quale ogni nazione ha condiviso, regalato o scambiato gadget, maglie e bandiere: provate ad immaginare da quanti ne è stato sommerso don Àngel. Non sono mancati durante tutte le serate momenti di gioia e condivisione, tuttavia non ha avuto pari la festa organizzata sia per ringraziare il Rettor Maggiore, sia per aspettare la mezzanotte del compleanno di don Bosco. Potremmo scrivere un libro con tutti gli episodi di allegria e festa vissuti in sole cinque serate, ma vale la pena concentrarsi anche sui momenti di riflessione e crescita personale, come la liturgia della parola in cui siamo stati guidati dal vangelo dei discepoli di Emmaus, il rosario pregato comunitariamente in più di 10 lingue diverse, l’adorazione silenziosa davanti al Santissimo, l’ascolto delle tante parole spese per noi dal Rettor Maggiore.
Ed è proprio con le parole di don Àngel che vorrei chiudere il racconto di questa esperienza, che ben sintetizzano il significato di un sogno che vale una vita e viceversa: “Il Signore mi ha fatto vivere cose che mai avrei scelto. Il Signore porta a cammini meravigliosi!”
Antonio Gargano,
Coordinatore territoriale MGS Italia meridionale