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Puglia, scuola di mondialità
IL GIORNO CHE VERRA’
L’incontro di questo mese si incentra sulla speranza. Una speranza che spesso viene messa a dura prova, ma che nonostante tutto, sa che niente è perduto. 20 gennaio, una natura che implora di essere ascoltata e un documentario che ha tanto da dire. L’incontro di formazione si è tenuto a Brindisi e, più che le parole, sono state le immagini a parlare. Immagini per certi versi devastanti poiché mostrano come la fabbrica Enel di Cerano, una della più grandi (e più inquinanti) centrali termoelettriche a carbone d’Europa, predomina sul paesaggio brindisino, un tempo incontaminato. Sentire il rumore del mare, il vento fresco, i raggi del sole … e poi? Una gigantesca struttura industriale, posta proprio lì, a un passo dal mare. Centrale industriale che è stata oggetto di numerose discussioni negli ultimi anni. Non è soltanto la natura a subirne gli effetti, ma gli abitanti stessi delle zone circostanti… A parlarci di questo grave problema è stato Simone Salvemini, regista di un docufilm intitolato “Il giorno che verrà” . Questo lavoro ha dato voce proprio alla gente di Brindisi. In particolare, attraverso un intreccio di storie, il film dà testimonianza di quello che possiamo definire “diritto alla salute”. Le industrie, come quelle di Cerano, provocano emissioni inquinanti assolutamente dannose per l’uomo: tanta gente si è ammalata di tumore e in tanti bambini si sono manifestate malattie congenite. Perché rischiare di perdere la propria vita e quella dei propri cari per la noncuranza delle grandi industrie e di alcuni politici locali? Brindisi ha fatto sentire la sua voce anche attraverso questo documentario che ha avuto un grande successo in tutta Europa. Tutto è partito da un regista del territorio che, rendendo straordinario il suo agire ordinario, ha realizzato un bel progetto. Lui come tutti noi non è giunto al traguardo, anzi, la strada per la salvaguardia del diritto alla salute è ancora lunga e tortuosa. Nel frattempo però, nel 2025 anche l’ultima fabbrica di carbone presente a Cerano sarà ufficialmente chiusa. Non resta dunque che attendere il “giorno che verrà”, il giorno in cui anche in altre zone, purtroppo spesso dimenticate, la situazione migliorerà. Di certo la nostra non sarà un’attesa passiva, ma vissuta nel profondo e insieme a coloro che vivono sulla propria pelle situazioni di questo genere, ricordando sempre che sono le piccole cose a fare la differenza.