Vivere il Vangelo servendo la persona e la società.

venerdì 3 ottobre 2008
Vivere il Vangelo servendo la persona e la società.

Harambèe 2008 Venerdì 26 Settembre 2008: un piccolo esercito si mette in viaggio. È un esercito di giovani, circa 120, niente armi nelle loro mani, se non una: l’amore.

Sono tutti qui per l’amore, per l’amore verso San Giovanni Bosco, l’amore per quel Dio che è Amore con la A maiuscola unica fonte alla quale poter attingere l’attenzione, la tenerezza, la compassione, l’accoglienza, la disponibilità, l’interessamento ai problemi della gente, e quelle altre virtù necessarie ai messaggeri del Vangelo per lasciare tutto e dedicarsi completamente e incondizionatamente a spargere nel mondo il profumo della carità di Cristo.(dall’Omelia del Rettor Maggiore Don Pascual Chavez Villanueva, Valdocco, 28/09/08).

Quell’Amore che alcuni di questi giovani hanno vissuto e testimoniato durante l’esperienza missionaria estiva in Albania.

Il viaggio è lungo, ma l’entusiasmo vince la stanchezza e quando arriviamo a Valdocco per il 19

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Harambèe, l’emozione prende il sopravvento. Per queste stesse strade ha camminato il nostro Padre, Maestro ed Amico.

Poco distante da qui, c’è un altro uomo che ha fatto di un sogno la sua vita e l’ha trasformato in realtà: si chiama Ernesto Oliviero, ha trasformato un ex Arsenale di Guerra, una fabbrica di armi,  in una casa piena di luce, piena di amore, che accoglie poveri, stranieri, ragazze madri. Ha creato il SERMIG (Servizio Missionario Giovani). Qual è il sogno di quest’uomo? sconfiggere la fame con opere di giustizia e sviluppo, vivere la solidarietà verso i poveri e dare attenzione ai giovani, cercando con loro le vie della pace, perché, la bontà è disarmante.

Ci rimettiamo in viaggio, pronti a entrare nel vivo dell’Harambèe, al Colle incontreremo gli altri giovani delle ispettorie italiane che hanno Vissuto il Vangelo servendo la persona e la società nella loro esperienza missionaria.

Al Colle Don Bosco ora è riunito il mondo: ognuno di noi porta con sé un pezzetto del paese dove si è recato, lo porta nel cuore: l’Angola, il Burundi, il Madagascar,  l’Albania, la Bulgaria,la Russia, il Medio Oriente ecc…

Nel 60

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anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ogni ispettoria ha messo in luce quanto lavoro ci sia ancora da fare nei paesi in cui ha vissuto l’esperienza, perché a sessanta anni dalla sua stesura, non sì è ancora raggiunta quell’universalità tanto agognata.

Dello stesso avviso il Rettor Maggiore che il giorno seguente ha chiesto ai giovani di essere promotori e difensori dei Diritti Umani.

Si fa sera e insieme partendo dal sagrato del Tempio, recitiamo il Rosario. Con questa preghiera abbracciamo tutto il mondo, un mondo nel quale vediamo riflesso il volto di Don Bosco, e dei tanti missionari che da quel lontano 11 Novembre 1875,  con il primo invio dei salesiani in Argentina, continuano ad evangelizzare educando ed educare evangelizzando.

Domenica mattina, di buon’ora ci mettiamo nuovamente in viaggio per incontrare e ascoltare le parole di Don Chavez a Valdocco. Alla presentazione dell’IME e del Delegati di Animazione Missionaria Don Mimmo Madonna, il teatro trema. Siamo più di un terzo dei partecipanti.

Questa stessa moltitudine si ritrova poi alle dodici, per celebrare il mistero dell’Eucarestia, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, mistero al quale prendono parte anche i 25 salesiani, le 7 FMA, i 32 laici, di cui  24 volontari del VIS( Volontariato Internazionale per lo Sviluppo)con impegni di due o più anni e 8 del servizio civile per un anno,che ricevono dalle mani del successore di Don Bosco, il mandato missionario e il crocifisso per la 139

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spedizione missionaria

Per tutti loro sia modello Gesù, che ha servito il prossimo con umiltà. Sappiano spogliarsi di tutto ciò che li separa dalle genti cui sono inviati, per amarli come Cristo ha amato loro. ( dall’omelia del Rettor Maggiore Don Pascual Chavez Villanueva, Valdocco, 28/09/2008).

Pieni dell’amore che abbiamo visto in questi due giorni, ci rimettiamo in viaggio, insieme, ognuno con un’immagine, una parola, un’emozione che riassuma il senso di quest’esperienza che speriamo di non dimenticare e di saper trasmettere a quanti dei nostri ambienti non hanno potuto partecipare all’ Harambèe.

 

Stefania Calore

Responsabile Settore Comunicazione Comitato AMVIS IME

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