I nostri partner e noi utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per personalizzare contenuti e pubblicità, fornire funzionalità ai social network o analizzare il nostro traffico. Cliccando acconsenti all'uso di questa tecnologia sul nostro sito web. Puoi cambiare idea e personalizzare il tuo consenso ogni volta che vuoi tornando a questo sito web. Può gestire le impostazioni relative ai cookie, cliccando su 'Gestisci cookie'.
Cari Confratelli
Ai confratelli salesiani
Della Congregazione
Oggetto: Appello missionario del Rettor Maggiore ai Salesiani di Don Bosco
Cari Confratelli,
vi scrivo questa lettera oggi, 8 Dicembre del 2016, a 175 anni dall’inizio dell’Oratorio Salesiano, quando, come ci narra lo stesso Don Bosco, egli recitò quell’Ave Maria con Bartolomeo Garelli. Lo faccio con uno scopo ben preciso. E’ un giorno propizio per lanciare un appello missionario “ad gentes” a tutte le Ispettorie del Mondo e a tutti quei confratelli che si sentono chiamati dal Signore a vivere la vocazione Salesiana in questa forma particolare: disponibili ad essere salesiani missionari “ad gentes, ad exteros, ad vitam”. Il mio appello è una voce che deve risuonare in tutte le Ispettorie e presenze salesiane del mondo per favorire risposte generose.
Il motivo fondamentale di questo appello è triplice:
- La missione evangelizzatrice nel mondo chiede a noi, Salesiani di don Bosco ad andare oltre, ad aprirci ancora di più ne dare risposta a tante richieste, che ci giungono continuamente dalla Chiesa, per una missione di evangelizzazione in diversi luoghi e in mezzo a tanti popoli.
- Ci sono presenze della Congregazione che non riusciamo più a portare avanti perché in alcune nazioni dei cinque continenti mancano salesiani che possano offrire il loro servizio, mentre in altri posti le forze apostoliche sono più numerose. Penso in modo particolare ai giovani che ci attendono nel contesto del Progetto Europa, nel Medio Oriente, nei paesi a maggioranza musulmana, nelle isole dell’Oceania, nel Sud Sudan, nella Mongolia, in Siberia, Cambogia e Malesia, così come tra i giovani migranti del continente americano… e in tanti altri posti!
- Il terzo motivo è intimamente legato alla passione missionaria di don Bosco. Dopo la grande sfiga missionaria dell’Argentina, dell’anno 1875, per poter giungere, nel momento opportuno, in Patagonia, sembrava che don Bosco – così affermarono alcuni suoi successori – vivesse solo per quel progetto. Scrive Don Albera: “ Le missioni furono il cuore del cuor suo e parve vivesse più soltanto per esse. Ne parlava con tanto entusiasmo, che si restava meravigliati e fortemente edificati dall’ardore suo accesissimo per le anime”.
Lo stesso Don Bosco nel promemoria inviato nel 1880 a Papa Leone XIII dice esplicitamente: “Le missioni estere furono sempre oggetto vagheggiato della Congregazione Salesiana”.
Nei viaggi che ho compiuto in questi anni che mi hanno permesso di visitare 44 Ispettorie, ho affermato molte volte che dobbiamo riflettere sulla seguente costatazione: se Don Bosco avesse deciso di limitare il campo di azione educativa pastorale dei suoi Salesiani ai soli ragazzi più bisognosi dell’Italia – e sarebbe stata una priorità legittima , se si considera che l’Italia aveva molto bisogno dei suoi salesiani - e non avesse avuto al grande passione e al grande visione missionaria, che lo mosse in ogni momento, oggi la Congregazione Salesiana sarebbe una piccola congregazione, probabilmente limitata ad una nazione. E’ stato lo slancio missionario del nostro Padre a rendere universale la Congregazione nella Chiesa e nel Mondo.
Cari Confratelli, per motivi che vi ho esposto, vi rivolgo questo forte appello e invito tutti alla generosità. In primo luogo chiedo la generosità di quei Confratelli, che sentono questa chiamata esplicita da parte del Signore. Poi la generosità delle Ispettorie, dei Direttori e, in modo particolare, degli Ispettori, affinché non spengano in nessun modo l’inquietudine missionaria dei giovani confratelli e di nessun altro Confratello, limitando il loro sguardo e il loro interesse solo alla propria Ispettoria. Non possiamo dimenticare le nostre origini e la nostra identità carismatica.
Conoscete bene qual è il nostro modo di procedere in questi casi. Non appena giunge al Rettor Maggiore una chiamata, una lettera o un messaggio di posta elettronica da parte di un Confratello che manifesta questo desiderio, ha inizio nel Dicastero per le Missioni un discernimento sereno, serio e profondo con il Confratello e con il suo Ispettore. Il tutto è poi posto a conoscenza del Rettor Maggiore. Molte volte il discernimento rende evidente l’idoneità del candidato; qualche volta non è così. In ogni caso si cerca il bene delle persone e della missione.
Questo è il mio appello, cari Confratelli. Vi invito a pregare secondo questa intenzione in tutta la Congregazione. Sono molte le persone alle quali non è ancora giunto l’annuncio del Vangelo. Molti giovani hanno bisogno di un amico, di un fratello, di un padre che potranno trovare nei Salesiani che andranno loro incontro.
Maria Ausiliatrice benedica questa generosità e Don Bosco continui ad accompagnarci nel nostro impegno di essere veri discepoli missionari.
Con affetto
Rettor Maggiore
Don Angel Fernandez