Seminario vocazionale a Valdocco

venerdì 7 ottobre 2022
Seminario vocazionale a Valdocco

A Valdocco (Torino), dal 3 al 5 ottobre si è svolto il seminario di formazione dal tema “Accompagnare i giovani nelle scelte di vita”, in continuità al cammino del Sinodo sui giovani e a conclusione del progetto di animazione vocazionale con la pubblicazione del documento “Buona Stoffa”. Tre giorni in cui la Famiglia Salesiana della Regione Mediterranea, con l'aiuto di relatori ed esperti, si è impegnata a cercare motivazioni e atteggiamenti importanti per affrontare il delicato compito educativo di sostenere i giovani dai 18 ai 30 anni, chiamati a diventare adulti rispondendo alla propria vocazione, nella ricerca della felicità vera. Sembrano parole difficili, eppure la condivisione dell’esperienze, delle lingue e soprattutto della speranza, sono i frutti più belli di questo incontro internazionale. 
Una delegazione dell’Italia meridionale salesiana, 9 SdB e 2 FMA, con l’ispettore don Angelo Santorsola ha partecipato agli interventi tematici dei relatori (don Gustavo Cavagnani, Padre Gaetano Piccolo e don Josè Miguel Nunez) condividendo nei lavori di gruppo pomeridiani le esperienze vissute con i giovani del sud Italia e dell’Albania. Inoltre il “confronto” con tre testimoni della nostra spiritualità salesiana, Don Cimatti, Don Cafasso e Bartolomé Blanco, hanno fatto ricordare la preziosità dello stile salesiano di accompagnare. 

Don Cavagnari, salesiano e docente alla Facoltà di Teologia di Gerusalemme, nel suo intervento ha sottolineato che la via maestra di una pastorale vocazionalmente feconda è quella della gestazione e dell’educazione graduale alla vita cristiana integralmente intesa. « La domanda cardine attorno alla quale ruota la discussione sulla pastorale giovanile riguarda il “perché”. È appunto il “perché” quello che offre il movente e definisce l’intenzionalità dell’agire pastorale. Se la pastorale con i giovani si configura come tutto quanto la comunità cristiana fa per aiutare i giovani ad assumere e maturare la loro fede in modo da diventare autentici discepoli di Gesù Cristo, allora essa non può che essere vocazionale».
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Padre Piccolo, gesuita e docente alla Pontificia Università Gregoriana, ha approfondito “La dinamica della scelta nel diventare adulto”. Ha sottolineato con forza che davanti a una scelta, in cui sono messi in gioco sentimenti e pensieri, è necessario aiutare discernere tenendo «conto della realtà non solo interna (quello che sono), ma anche esterna (dove sono). La decisione non è infatti mai un fatto isolato, ma coinvolge anche altri. Non si decide mai solo per sé, perché ogni nostra decisione ha inevitabilmente conseguenze anche su altri. È qui che vedo anche la dimensione missionaria della decisione. E per questo è importante che quando accompagniamo qualcuno nel suo processo decisionale non favoriamo una chiusura su se stessi, ma aiutiamo a vedere anche quello che c’è intorno. Quando prendo una decisione non guardo solo al mio bene, ma anche al bene che posso compiere per altri».
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Don Nunez, anche lui salesiano e direttore del Centro Nazionale Salesiano di Pastorale Giovanile a Madrid, ha condiviso con una lettura carismatica dell'arte dell'accompagnamento nel contesto attuale. Egli allarga l’idea di cammino spirituale da adattare a tutti (idea per niente scontata ancora oggi) ispirata alla “spiritualità del quotidiano” che Don Bosco proponeva ai suoi ragazzi, semplice e ben attaccata alla realtà ordinaria ma che non esclude la profondità e l’impegno della proposta. «Il cammino di crescita personale, spirituale e credente, ha bisogno di maestri che sappiano orientare e aiutino (senza ricette magiche) il discernimento in vista della scelta. L’ambiente non basta. L’incontro di gruppo non basta. Nemmeno le esperienze significative, se non introiettate, saranno decisive. La vicinanza dell’adulto, credente e maestro, che fa il passo e accompagna con discrezione, prudenza, maturità e audacia sono sempre più percepite come elementi essenziali nella trasmissione e maturazione della fede verso l'età adulta. È un autentico “manufatto”, un lavoro artigianale che richiede docilità e apertura da parte del giovane e grande equilibrio personale e grande maestria da parte dell’accompagnatore».
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Infine don Fabiano Gheller, aniamatore vocazionale dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta, ha tratteggiato il profilo di don Bosco nel diventare adulto, per ricordarci dell'atteggiamento con il quale si è lasciato guidare e come è stato affiancato in questo processo da don Cafasso.
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Dichiara l’incaricato alle vocazioni ispettoriale don Tomë Mihaj, «condivido la gioia che 12 nostri confratelli iniziano quest'anno un'esperienza formativa triennale circa il tema dell'Accompagnamento e discernimento. Nella nostra azione pastorale siamo chiamati continuamente ad accompagnare coloro che “bussano” alle nostre porte e ci rendiamo conto che non possiamo improvvisare. L'accompagnamento è una cosa seria, pertanto bisogna assumere atteggiamenti giusti e acquisire gli strumenti adeguati; essendo certi che per essere dei buoni accompagnatori, bisogna prima essere dei bravi accompagnati». 
Tornando nelle nostre ispettorie e case di provenienza, ci auguriamo che questo lavoro sia seme da coltivare e curare nel tempo per portare frutti di gioia e di speranza per il nostro futuro e quello soprattutto delle giovani generazioni.

Simone Lavecchia

 

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